Benvenuti in questo nuovo post!
Vi ricordate che un po' di tempo fa ho letto e recensito "Vietato leggere all'inferno" di Roberto Gerilli?
Ecco. Appena terminato il libro ho fangirlato male, molto male, con Hanna, una mia cara amica e l'ho convinta a leggerlo. Inutile dire che ha fatto impazzire pure lei.
La casa editrice Speechless mi aveva proposto di fare un'intervista all'autore, ovviamente ho accettato subito senza esitazioni e ho proposto ad Hanno di fare una collaborazione!
Quindi qui trovate una parte dell'intervista, mentre nel blog di Hanna, ovvero "La tana dei libri sconosciuti", l'altra!
Ringrazio ancora sia l'autore che la casa editrice per averci dato questa opportunità!
1. Innanzitutto, per iniziare, raccontaci un po’ di te, i tuoi pregi, difetti, cosa ti piace fare?
Okay, allora, vediamo un po’, partiamo dai pregi: sono un nerd, appassionato di libri, cinema e serie tv. E sono anche dannatamente simpatico. Lo so che non vale se te lo dici da solo, ma nel mio caso è vero, fidatevi. Per i difetti, invece: sono un ingegnere elettronico (è un difetto bello grosso, ne sono consapevole) e non riesco proprio a prendermi sul serio. Giuro che ci provo, ho fatto anche anni di terapia, ma niente. È più forte di me! Infine, mi piace scrivere. E visto che hai già letto Vietato leggere all’Inferno devi dirmi tu se è un pregio o un difetto.
*Io non credo sia un difetto, anzi, Vietato leggere all'Inferno è diventato uno dei miei libri preferiti!*
2. Ho letto nella biografia allegata al romanzo che l’idea della trama ti è venuta dopo aver fatto un giro tra librerie. Mi chiedevo, era qualcosa che già avevi in mente e quella passeggiata ti ha tirato fuori? O il vedere tanti libri è stato ispiratore e provvido?
Il mio cervello funziona in maniera un po’ strana: accumula nozioni, spunti, idee e riflessioni, e ogni tanto li mette insieme per creare una storia. In questo caso, la visita in libreria si è unita ai ricordi di Breaking Bad e alla frase di un’amica e c’è stata una reazione istantanea. Stile Big bang: prima non c’era niente e poi un boom, nuovo universo.
3. Se dovessi scegliere quali caratteristiche di Amleto sono anche tue, che cosa sceglieresti?
Posso rispondere senza troppa difficoltà, dato che Amleto ha ereditato molto del mio carattere. Se proprio dovessi scegliere, però, direi il sarcasmo, soprattutto. Il resto lo lascio alla vostra immaginazione. È sempre bene conservare un alone di mistero…
4. Per i tuoi personaggi ti sei ispirato a qualcuno di reale? O sono solo fantasia?
Caterina è nata nella mia testa (o dalla, come Atena con Zeus?) e se da qualche parte nel mondo esiste una ragazza che le somiglia, la voglio conoscere. Eleonora, invece, è una sorta di alter ego letterario di una ragazza reale, una tipa che un giorno cambierà il mondo ma che non sa usare due pistole (o almeno non ancora).
5. Perché hai deciso di ambientare la storia anche a Londra?
6. Quali sono i tuoi autori, libri e film preferiti?
Te ne dico tre per ogni categoria. Autori: Stephen King, Chuck Palahniuk e John Niven. Libri: Il giovane Holden, Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie, Sulla strada. Film: Will Hunting, Ritorno al futuro, Bastardi senza gloria e The Snatch (okay, sono quattro, lo so, ma sono tutti al primo posto per cui concedimelo).
7. Come ti sei sentito quando hai preso la decisione di uccidere uno dei personaggi più importanti?
Oddio, no, non fare spoiler! Sto scherzando. Purtroppo sapevo fin da subito quale era il destino di quel personaggio. Non avrei voluto ucciderlo, ma la storia ne aveva bisogno. Alle volte uno scrittore deve seguire il fulgido esempio di zio Martin.
8. Da chi è stata ideata la copertina? Cosa simboleggia?
fissato coi libri, è nata dalle atmosfere del romanzo stesso. La copertina vera e propria è stata creata da un amico grafico, Denis Pitter, che ha trovato la giusta combinazione fra immagini e colori e mi ha aiutato nella scelta dei font per il lettering. Non è stata un’impresa facile, ma sono molto soddisfatto del risultato. Fa anche una gran bella figura sul volume stampato!
9. Avresti mai scelto di auto-pubblicarti? Sono curiosa di sapere che cosa ne pensa un libromane come te della pubblicazione in self. Facciamo un po’ di conversazione a riguardo.
Auto-pubblicarsi significa diventare editori di se stessi, quindi non devi solo scrivere il tuo romanzo, ma anche correggerlo, trovargli una copertina, distribuirlo e promuoverlo. Se desideri un risultato di qualità, non puoi fare tutto da solo. È impossibile, a prescindere dalle tue competenze. Secondo me l’auto-pubblicazione ha senso solo se ti lasci affiancare da professionisti dell’editing, della grafica e della comunicazione. In caso contrario penso possa essere addirittura dannosa, sia per te, che non puoi crescere come scrittore, sia per i lettori, che comprano il tuo libro confidando nella tua professionalità e si ritrovano a leggere un lavoro raffazzonato. L’auto-pubblicazione è una possibilità molto vantaggiosa, ma bisogna saperla sfruttare al meglio.
10. Un saluto ai tuoi lettori?
That's all folks!
Eccoci a fine post libromani!
Che ve ne pare?
Noi ringraziamo ancora Roberto e la casa editrice per averci data la possibilità di vivere quest'avventura!
A presto lettori!
ROSE
Che ve ne pare?
Noi ringraziamo ancora Roberto e la casa editrice per averci data la possibilità di vivere quest'avventura!
A presto lettori!
ROSE
Sono molto contenta di aver fatto questa intervista con voi! Bellissima esperienza <3 E poi, ormai lo sapete, Vietato leggere all'inferno è anche uno dei miei libri preferiti <3
RispondiEliminaSiamo felici pure noi *-*
EliminaRose