Buongiorno lettori!
"Tre post in
una settimana?!? Cosaaa!!?"
Eh, avete visto che
l'abbiamo fatta? Il numero di recensioni da postare sta aumentando,
ma siamo quasi a fine maggio, e quindi vicini alla "libertà". (?)
Oggi vi portiamo un
post moooolto succulento. Nel "Wrap up" di Aprile, vi avevo parlato della tappa
del blog tour, ricordate?
Detto fatto, eccoci qui signori! Parliamo di "Lontano da te"
di Romina Casagrande, libri terminato una settimana fa e di cui
uscirà la recensione non appena terminerà il blog tour!
È
disponibile da aprile Lontano
da te, il nuovo
romanzo di Romina Casagrande: un’opera di raffinata composizione,
scrupolosamente documentata, nella quale l’autrice unisce la
passione per gli studi storici a quella per l’arte.
In
Lontano da te
s’intrecciano le storie di Bianca e Sofia, due sorelle che non si
parlano più, e di Moses, un sopravvissuto alla Shoah con un enorme
senso di colpa da superare. Sullo sfondo delle colline toscane, un
viaggio a ritroso nel tempo costringerà ognuno di loro a fare i
conti con il proprio passato. Ma è davvero possibile abbandonare
quello che si è stati e ricominciare da capo?
Titolo:
Lontano
da te
Autore: Romina Casagrande
Editore: Arkadia Editore
Pagine: 200
Formato: cartaceo
Prezzo: 16 €
Genere:
narrativa contemporanea, romance, storico
Trama:
Sofia vive a Londra. A vent’anni
sa di aver conquistato tutto ciò per cui ha lottato: il ragazzo che
ama, il lavoro dei sogni, un nuovo presente in una città piena di
luci. Ma tra le pagine del suo diario è nascosta una fotografia, che
porta ancora addosso il profumo della sua Toscana e l’odore del
mare. L’unico filo che la lega alla notte da cui è scappata e che
ha cercato di dimenticare. Sul retro, dietro l’immagine di una
ragazza dai lunghi capelli rossi, una poesia di Elizabeth Siddal, la
modella del pittore preraffaellita Dante Gabriel Rossetti, alla quale
il volto della fotografia somiglia in modo sorprendente. Sofia
riguarda l’immagine della ragazza. Pensa a quanto siano diverse,
eppure simili, lei e Bianca. Simili e diverse come lo sono due
sorelle. Il mondo dorato in cui Sofia fluttua è tuttavia fragile e
ingannevole come i sogni. E sarà una nuova ferita a costringerla ad
aprire gli occhi e a guardare dentro se stessa per fare i conti con
il passato. Una scommessa la riporterà in Toscana, nell’amata
Siena, dove vive Bianca. Ed è a lei che Sofia pensa per comporre in
fotografia il suo quadro vivente, la trasposizione dell’Ofelia di
Millais, interpretata, nel quadro originale, dalla bellissima e
triste Elizabeth Siddal. E sarà qui, al B&B Peonia, che la sua
strada incrocerà quella del vecchio e misterioso Moses. Cosa li lega
al quadro di Millais e quale destino li ha condotti al Peonia, dove
non si arriva mai per caso? Mentre nei ricordi si svela la storia di
Moses, Sofia torna a vivere il suo passato dal punto in cui lo ha
lasciato. Per riprendersi la sua vita. Per riconquistare la fiducia
di Bianca. Ma non sarà facile. Dovrà prima affrontare i propri
demoni e, finalmente, raccontare la verità sulla notte che le ha
unite e divise, forse per sempre.
Autrice:
Romina
Casagrande è nata a Merano nel 1977. Quando non indossa le vesti
dell’insegnante di scuola media, cerca di tenere a bada
l’irrefrenabile bisogno di scrivere. Le sue storie nascono da tre
grandi passioni: le leggende e tradizioni della sua regione, il
fantastico e la storia dell’arte. Ama la natura e i cani,
soprattutto la sua cockerina Eclypse, ma non ha ancora deciso se
trasformarla in un personaggio.
Estratto del libro:
“Soltanto
il pensiero che lui potesse tradirla le avrebbe spezzato il cuore. Un
tempo avrebbe sorriso di un’idea simile. Non
si muore per amore. Si
soffre un po’, ma la vita è qualcosa di più grande, una
meraviglia più potente di qualunque inciampo in qualunque stupido
sasso. Allora le bastava dare un’occhiata fuori, ai dolci declivi
delle sue colline, all’abbraccio di un cielo che arrivava fino al
mare, nella sua bella Toscana, o respirare il profumo di glicine, per
averne la certezza. Il sole di Cala Violina. Una corsa a piedi nudi
sull’erba, gli amici che la aspettavano nei vicoli ombrosi della
città vecchia, per tornare di buonumore. Ma era tanto tempo
prima, prima che Bianca la tradisse e il mondo diventasse un luogo
più incomprensibile, fatto di nuvole nere che confondevano la
verità.”
Come avete capito, oltre alle
sfumature storiche del racconto, l'autrice da vere e proprie pennellate d'arte,
parlandoci di Ofelia, personaggio femminile principale dell'Amleto di Shakespeare, tanto bella quanto fragile, la cui fine tragica è ben nota al pubblico.
Ofelia (o "Ophelia" in inglese) nel corso dei secoli è stata protagonista di diversi dipinti e musa intramontabile, dipinta nella sua bellezza effimera da Millais e da Rossetti stesso.
È infatti su questo che si concentra la nostra tappa oggi, sul lato artistico del libro, e non vediamo l'ora di parlarvene!
Ofelia (o "Ophelia" in inglese) nel corso dei secoli è stata protagonista di diversi dipinti e musa intramontabile, dipinta nella sua bellezza effimera da Millais e da Rossetti stesso.
È infatti su questo che si concentra la nostra tappa oggi, sul lato artistico del libro, e non vediamo l'ora di parlarvene!
Ophelia, di John Everett Millais
1851-1852
olio su tela, cm 76,2 x 111,8
Tate. Donato nel 1894 da Sir Henry Tate
John Everett Millais iniziò a lavorare alla sua Ophelia nel Surrey, in giugno. Preparò dapprima lo sfondo, dipingendo con minuzioso realismo la vegetazione, i prati e i ruscelli della campagna inglese. L’artista tornò a Londra in dicembre, deciso a completare la tela, rimasta vuota nel centro. La prescelta per interpretare Ophelia fu la giovane figlia di un negoziante di ferramenta, appena scoperta dall’amico Deverell.
Da subito la bella Elizabeth Siddal era riuscita ad attirare l’attenzione dei pittori della cerchia di Dante Gabriel Rossetti e lo stesso Rossetti – di cui fu modella, musa, amante e infine moglie – per i suoi lunghissimi capelli ramati e una fisionomia che non passava inosservata. Lizzie accettò di posare, sia per entrare nella cerchia dei Preraffaelliti, sia per seguire le proprie ambizioni artistiche altrimenti precluse al suo sesso e alla sua estrazione sociale.
Millais la fece posare in una vasca da bagno nel suo appartamento in Gower Street per ritrarre il suicidio dell’eroina descritto nel quarto atto della tragedia shakesperiana: Ophelia, impazzita a causa della finta follia di Amleto e della morte del padre, si toglie la vita annegandosi.
Nel dipinto di Millais, Lizzie sembra galleggiare sotto il pelo dell’acqua circondata da fiori, ognuno dei quali esprime significati complessi. I fiori di salice richiamano l’amore, la viola il pensiero e l’amore vano, l’ortica e la margherita rappresentano rispettivamente il dolore e l’innocenza. Millais aggiunse un papavero, in quanto era stato il fiore regalato da Amleto ad Ophelia quando le aveva dichiarato che il suo viaggio si sarebbe concluso con la morte.
L’impatto dei colori brillanti sul pubblico fu sensazionale, nonostante l’intensità sia oggi lievemente diminuita a causa della scoloritura di alcuni pigmenti. La gommatura gialla venne infatti unita con il blu per colorare le foglie sullo sfondo, ma il giallo sbiadì con il risultato che le foglie sullo sfondo ora appaiono molto più blu di quanto non lo fossero in origine.
Anche dal punto di vista iconografico, Ophelia rappresenta le caratteristiche della pittura storica preraffaellita. Attinge a un soggetto popolare, trattando l’episodio di un dramma come se fosse avvenuto veramente.
Affascinante vero come il mondo dell'arte non smetta mai di sorprenderci ed emozionarci, anche a distanza di secoli?
Ma non scappate via lettori, le soprese non sono finite: abbiamo per voi un piccolo racconto inedito dell'autrice che riguarda proprio Rossetti e la sua musa Elizabeth!
Eccolo per voi!
"Hastings,
1860
Un’onda
sbuffa schiuma bianca sulle scarpe impolverate ed è la sorpresa di
quell’impertinenza a farlo sbottare. Si scansa di lato. Si chiede
se lei verrà, mentre piega le labbra in una smorfia forzatamente
gentile e inclina appena il capo per salutare le signore che gli
vengono incontro, volti scostanti, incisi nella cera, sotto
ombrellini di bambù. Si chiede perché lei – lei che forse non
verrà all’appuntamento – abbia scelto un luogo come quello,
Hastings.
Gabriel,
una sagoma nera, minuscola sullo sfondo del mare, si arresta contro
l’azzurro del cielo lambito dalla schiuma.
Sirena
è una fotografia dalla vita di Dante Gabriel Rossetti e della sua
modella, Elizabeth Siddal. E una riflessione sul futuro come
liberazione dalle gabbie del passato e insegnamento di speranza.
Dante
Gabriel Rossetti (Londra, 1828 – Birchington on Sea, 1882), poeta e
artista poliedrico, è uno dei più importanti pittori dell’Età
Vittoriana, forza motrice del gruppo dei Preraffaelliti.
In
tasca stringe ancora la sua lettera. Uno scarno biglietto, in verità.
Poche parole. Una richiesta. Ma lei è donna. Volubile e capricciosa.
Lei è come la luna. Dice che la sua salute è cagionevole, che la
tosse non le dà tregua e i dottori non lasciano speranze. E così,
il grande pittore, il pupillo della nuova Londra, il genio ribelle
che ha messo in ginocchio i signori dell’Accademia, ha lasciato di
gran fretta Londra, per lei. E ora, si chiede perché. Ha salutato
gli amici e la taverna. Abbandonato gli schizzi e i colori nella
confusione della casa di Blackfriars, piena dell’odore del Tamigi,
piena di ricordi.
E
di vuoto.
Perché
è nel momento in cui lei se n’è andata che ha cominciato a
sentirlo. Un raschiare la carne, giù fino al cuore. Non vuole
ammetterlo. Ma non gli piace quella casa, senza di lei. Senza il
rosso dei suoi capelli. Senza i suoi capricci. Lei,
che forse non verrà all’appuntamento.
Ripensa
al suo volto, ritratto dall’amico Millais. Una candida Ofelia
distesa nelle acque cosparse di fiori, gli occhi rivolti al cielo per
abbracciare nuvole che si rincorrono troppo in fretta. Pensa al suo
volto senza sorriso. Ai silenzi degli ultimi giorni. Pensa alla sua
disperazione, quando ha visto lui e Jane insieme.
Ma
lui è un Artista! La sua vita è intrisa di arte, di ricerca, di…
Ma come può capirlo, lei. Donna.
Volubile come luna.
Così giovane, una donna bambina.
È
l’Arte che gli chiede di sacrificare la propria carne per liberare
l’anima. Di amare ciò che ritrae. È desiderio. È passione. È
perfezione. È astratta, sublime bellezza. È infinita, incostante
ricerca. Ma come può capirlo, lei. Lei che, forse, non verrà.
*
* *
Lizzie
si aggiusta il vestito. Trattiene i lunghi capelli strattonati dal
vento, costringendoli in una treccia di lato. Ma a ogni folata, a
ogni sbuffo rabbioso, li sente sciogliersi, scivolare tra le dita.
Come pensieri agitati che non vogliono restare al proprio posto.
Si
chiede se Gabriel verrà. Se ha letto il suo biglietto. Se la rabbia
gli ha acceso il sangue e l’ha spinto a strappare la carta in mille
coriandoli di quella follia che lei conosce bene. Che ha assaggiato.
Che ama e respinge allo stesso modo. Un modo malato, dicono alcuni.
Oppure, pensa, sono state le mani della nuova musa a trattenerlo,
passeggera Circe, a dargli l’oblio in un luogo dove non c’è più
posto per lei. Dove, forse, non ce n’è mai stato.
Si
chiede cosa ancora la tenga legata a lui. Guarda il mare. Infinito.
Nascosti sotto la sua superficie quieta ci sono abissi neri, pieni di
mostri. E sono quei mostri che lei ha intravisto negli occhi grigi di
Gabriel. Ha sentito che doveva proteggerlo da loro. Lo ha amato. Lui,
indifeso, vulnerabile. Ma poi, come una sciocca, si è trovata carne
macellata in balia delle loro zanne. Gli stessi mostri da cui lei
voleva salvarlo, le hanno lacerato l’anima. Inquietudine,
insoddisfazione. Vanagloria. Possesso. Sirene che a entrambi, per un
attimo, breve come battito, hanno cantato di un futuro, ora sbiadito,
che li ha lasciati su quella spiaggia soli e stanchi.
*
* *
Poi
avanza.
Sente
il suo cuore fermarsi e lo sguardo resta sospeso sul volto di lei,
che sfuma nel vento. Non la ricordava così forte e bella. Non c’è
alcuna accusa su quel sorriso, semplice e puro come quello di chi
riesce ancora a perdonare. È la speranza di un futuro in cui lei
crede con tutta se stessa.
Ed
è allora che lui, il pupillo della nuova Londra, il ribelle senza
casa, comprende.
Si
avvicina. Sugli scogli, lei ha lasciato un foglio: il disegno di loro
due, abbracciati, sulla spiaggia di Hastings. Lizzie ha già visto
quello che dovrebbe essere, e che forse sarà. In un luogo dove non
si sono mai lasciati, nell’unica dimensione in cui abbiano trovato
davvero la felicità.
Si
vergogna. Si sente miserevole. Pensa a come l’ha tradita. Vede il
volto orgoglioso di lei, a pochi passi da lui, così sincero e
nobile. Nonostante tutto il dolore.
Nonostante tutte le bugie. Bello.
Nonostante il buio che lui le ha creato intorno.
E
allora Londra non è più così importante.
Il
canto delle Sirene svanisce piano, insieme ai ricordi e alle ombre.
Si riempie, ancora una volta, del sorriso di lei che lo accoglie.
Lei,
magnifica come luna."
Il
tempo, categoria umana, si annulla nelle sue declinazioni e si apre a
un dialogo fra emotività e ragione, in cui è la speranza stessa a
conferire forza e valore semantico al nostro cammino. Bussola, che ci
orienta fra le ombre della notte più buia.
Elizabeth
Siddal (Londra, 1829 – 1862) fu poetessa e pittrice. Ma è più
nota come la modella dai lunghi capelli rossi che prestò il volto al
quadro Ophelia di J.E. Millais, per il quale si dice posò per ore,
fino a contrarre la polmonite.
Musa di molti dei più noti pittori
dell’epoca, posò infine unicamente per Rossetti, il quale le
insegnò a disegnare. I continui tradimenti di lui, il dolore per la
figlia nata morta e la dipendenza dal laudano, la stroncarono
giovanissima. Le circostanze misteriose della morte – il biglietto
che provava il suicidio venne forse nascosto oppure distrutto dallo
stesso Rossetti per proteggerla dall’infamia – ne fanno una dark
lady ante litteram,
la cui immagine continua a permeare l’estetica gotica (dal film
Dracula
di Bram Stoker, alla Sposa
cadavere di
Tim Burton).
Qui accanto vi lasciamo un quadro di Rossetti dove Elizabeth posa per lui nelle vesti della Beatrice dantesca.
Beata Beatrix (1864-1870), Tate Britain.
Ci perdonete il post lunghissimo, ma le cose da dire erano tante e tutte belle, difficile lasciare fuori così tante informazioni interessanti!
Qui sotto vi lasciamo un piccolo recap. delle altre tappe del blogtour, la settimana prossima vi aspettano gli amici di New Adult Italia, quindi restate nei paraggi bookworms!
Hasta la vista, bookworms!
-Violet&Rose
Il quadro è davvero bellissimo ed è stato interessante scoprire il processo che c'è stato dietro!
RispondiEliminaGraditissima la sorpresa del racconto inedito 😍 Appena avrò un po' di tempo libero correrò qui a leggerlo!
Concordo ^-^
EliminaRose
Caspita che bellissima tappa, non saprei proprio da che parte cominciare... è stato un piacere leggere tutto quel che avete scritto!! 😊 mentre il quadro e la storia di Ophelia mi hanno sempre incuriosita e ricordo bene di averlo studiato in storia dell'arte alle superiori 😉
RispondiElimina