lunedì 22 febbraio 2016

Recensione "Fangirl" di Rainbow Rowell



Hello there, piccoli bookworms!
Buona sera e buon inizio settimana! Sì, probabilmente di buono non c'è tanto visto che è lunedì e si sa che i lunedì sono tremendi, vi capisco.
Dovrebbero abolirli, davvero.
Anyway, oggi per voi la tanto sospirata e combattuta recensione di "Fangirl", in elegante ritardo quindi chiedo perdono! Enjoy!




Titolo: Fangirl
Autore: Rainbow Rowell
Editore: St. Martin's Press
Pagine: 445
Questo libro è inedito in Italia.

 

Trama (tradotta da me):


Cath è fan di Simon Snow.
Okay, il mondo interno è fan di Simon Snow…
Ma per Cath, essere una fan è tutta la sua vita ed è davvero brava ad esserlo. Lei e sua sorella gemella, Wren, si sono rifugiate nel mondo di Simon Snow quando erano bambine; è grazie a lui se sono riuscite a superare l’abbandono della madre.
Leggere. Rileggere. Navigare sui vari forum su Simon Snow,  scrivere fan fiction su Simon Snow, travestirsi dai personaggi della saga per ogni premiere cinematografica.
La sorella di Cath ormai si è quasi compleatamente allontanata dal fandom, ma Cath non riesce a lasciarlo andare. Non vuole farlo.

Ora che sono entrambe in partenza per il college, Wren ha detto a Cath che non vuole essere più la sua compagna di stanza. Cath è ora da sola, completamente fuori dalla sua comfort-zone. Si ritrova una scontrosa compagna di stanza con un affascinante e onnipresente fidanzato,  un’insegnante di scrittura creative che pensa che le fan fiction siano la fine del mondo civilizzato, un bellissimo compagno di classe che è interessato a parlare solo di parole…E Cath non riesce proprio a smettere di preoccuparsi per suo padre, così gentile e fragile e che fino ad’ora non si è mai veramente ritrovato da solo.

Per Cath, la domanda è: riuscirà a farcela?
 Può farcela senza Wren al suo fianco? È davvero pronta a vivere la sua vita? A scrivere le sue storie?
E vuole davvero andare avanti se questo significa lasciarsi Simon Snow alle spalle?




È passata una settimana (o più) ormai da quando ho finito ufficialmente di leggere “Fangirl”. E se ve lo state chiedendo, sì: ci sto ancora pensando. Penso che ci penserò in eterno.
Il problema di questo libro è che ti prende alla sprovvista, costantemente. Siamo onesti, nella maggior parte dei young adult siamo abituati a vedere ormai un certo “schema” su cui si sviluppano gli eventi, non trovate? Bene, la Rowell distrugge tutto ciò.
Inanzitutto, trovo che riesca a creare una splendida evoluzione di tutti i personaggi ma soprattutto della protagonista Cath, il tutto senza sembrare forzato o innaturale. E il libro è autoconclusivo.
Ci sono autrici/autori che non riescono a dare profondità nemmeno in cinque o venti romanzi e la Rowell ci è riuscita in appena 445 pagine.
Ha dimostrato di avere una scrittura straordinaria, capace di sorprendere anche con i gesti più comuni o banali e di creare situazioni inaspettate che riescono a scaldare il cuore.
Una piccola nota sul livello d’inglese: non è un inglese facile e adatto anche ai principianti in quanto ci sono diversi vocaboli, espressioni o modi di dire che potrebbero disorientare un lettore alle prime armi. Niente che un buon dizionario non possa risolvere comunque, per il resto il libro è più che godibile, garantito!


“Insomma... non è consentito arrendersi qualche volta? Non va bene dire, ‘Tutto questo fa davvero troppo male, quindi smetterò di provarci’?”
“Rischia di diventare una prassi pericolosa.”
“Per evitare il dolore?”
“Per evitare la vita.”
(Cath, “Fangirl” di Rainbow Rowell)



Passando ai personaggi, vorrei fare una premessa: ho avuto uno strano rapporto con Cath mentre leggevo. Mi rispecchiavo molto in lei perché incarna alla perfezione quello che sento di essere: una fangirl. Spesso mi ritrovavo nelle sue insicurezze, nei suoi pensieri, in tutti i piccoli problemi che si creava e magari inesistenti. Eppure ad un certo punto l’ho sentita al contempo distante: mi è parso che ci fosse qualcosa di addirittura ossessivo nel suo voler evitare la vita, per così dire. Mi dicevo “Non credo di esserci dentro fino a quel livello”. C’era un’esagerazione del tutto di cui non riuscivo a capacitarmi.
Ora, a distanza di tempo e a mente fredda, capisco cosa ha creato l’autrice: Cath ha difetti.
Difetti reali che ci perseguitano nella vita di tutti i giorni e che alla fin fine sono la nostra quotidianità. Sono quei difetti che ci rendono persone vere ed esseri umani.
Ed è questo che è Cath: un piccolo personaggio di carta, ma reale.
E la sua gemella Wren non è da meno: all’inizio le due sono un po’ ai ferri corti e in contrasto tra loro, ma sono sorelle e questo supera qualsiasi litigio o dissapore. Amo il rapporto che hanno le due sorelle, nonostante all’inizio Wren possa apparire un po’ insensibile ed egoista.
La loro famiglia è un pochino complicata e le ragazze hanno passato tanto tempo a prendersi cura del loro padre, ma è attraverso le difficoltà che emerge maggiormente l’unione e l’amore che provano l’uno per l’altro, nonostante la grande assenza di una figura materna.
Gli altri personaggi sono delle tessere di puzzle che pian piano iniziano ad incastrarsi nella vita di Cath: la sua burbera compagna di stanza Reagan, la sua insegnante di scrittura creativa, Nick e Levi.
Tutte noi dovremmo avere un Levi nella vita. È quel genere di ragazzo che entra nella tua vita per non uscirci mai più. E ama il caffè e accetta ogni tua piccola stranezza.
Non viene descritto come il figo di turno perché non lo è: è un ragazzo normale, che brilla di una bellezza interiore. È dolce, comprensivo e cerca sempre di portare allegria nella vita di chi ama.
E ho già detto che ama il caffè e profuma anche di caffè? Praticamente sarei già all’altare.
Sì, ho qualche problema col caffè.



“È solo ... tutto il contesto. Ci sono troppe persone. E io non riesco ad adattarmi. E non so come farlo. Niente di quello in cui sono brava sembra davvero importare  qui. Essere intelligenti non importa e nemmeno essere bravi con le parole. E quando queste cose finalmente importano qualcosa, è solo perchè qualcuno vuole qualcosa da me. E non perché voglio me.”
(Cath, “Fangirl” di Rainbow Rowell)


Un’altra parte di storia che ti fa sentire subito a contatto con il libro sono i vari estratti di Simon Snow (una sorta di Harry Potter in incognito, per così dire) e di Carry on, la fan fiction di Cath. È come avere una storia dentro una storia e semplicemente ti spiazza.
Soprattutto perché su questo punto di vista Cath è una fangirl totale: non riesce ad accettare che i protagonisti del suo libro preferito, Simon e Baz, non stiano insieme e quindi perché non cambiare le regole? Siamo sinceri, non so voi, ma io amo le fan fiction perché danno una versione completamente nuova, personale e inaspettata di una storia che ha già avuto il suo corso. Prendiamo per mano e scriviamo di personaggi altrui, dando loro una nuova vita, stravolgendo il loro mondo e quello dei lettori. Ne ho lette tante nel corso degli anni e sono una parte della mia vita, quindi ritrovarle così prepotentemente in un libro è una gioia per gli occhi.
Ah e piccola chicca: “Carry On” sarà il prossimo libro della Rowell. Geniale.
Non voglio dire molto di più sul libro, perché “Fangirl” è un libro che va scoperto e vissuto piano piano. Ha momenti intensi e che ti scaldano il cuore. C’è tenerezza ma senza scadere nel zuccheroso o nello scontato. E ho amato alla follia l’atmosfera invernale che avvolge la storia e i protagonisti, amo profondamente l’inverno e ritrovarlo nella storia le ha dato una marcia in più.
La Rowell ci parla di cambiamenti che fanno paura e che prima o poi vanno affrontati, ma non per questo vuol dire che sia una cosa negativa.
Penso che Cath incarni tutte queste paure che affliggono ognuno di noi, per questo fa quasi male fisicamente finire il libro e metterlo giù.
Ogni sua piccola vittoria, ogni sua piccola sconfitta, paranoia, ossessione, pianto o risata è la più vera rappresentazione dell’essere fangirl. Davvero gente, non ci sono parole per descrivere quanto questo libro mi abbia colpito per la sua veridicità.




“No," disse Cath, "Seriamente. Guardati. Tu sai il fatto tuo, non hai paura di niente. Io ho paura di tutto. E sono pazza. E sì, forse tu pensi che lo sono solo un pochino, ma lascio vedere alle persone solo la punta dell’iceberg della mia pazzia. Sotto tutta questa patina superficiale di leggera follia e di inettitudine sociale, sono un completo disastro.”
(Cath a Reagan, “Fangirl” di Rainbow Rowell)



E sono arrivata alla fine della recensione, nonostante potrei passare le ore a descrivere ogni più piccola sfumatura che mi ha colpito di questo libro, ma poi la recensione non sarebbe più spoiler free e non sarebbe giusto.
Voglio lasciarvi una piccola citazione che trovo che rispecchi la consapevolezza che Cath ha maturato a fine libro: “Vale la pena scogliersi per qualcuno”. (Grazie Olaf!)


“Domani e domani e domani," disse lui.”
(Levi a Cath, "Fangirl" di Rainbow Rowell)


E dunque, il mio voto per questo libro è:

5 coffee cups

Piccole note di fondo: le varie citazioni e la trama stessa sono state tradotte da me, quindi se qualcuno è interessato a prenderle, mi citate gentilmente? (Come se a qualcuno servissero le mie traduzioni lol). Inoltre, tutte le fanart presenti nella recensione sono state prese da Pinterest!
E che dire, è stata un piccolo parto questa recensione, perchè diciamo che non volevo che l'esperienza "Fangirl" finisse. Sì, abbiate pazienza, ogni tanto mi faccio tanti problemi lol.
Bene, fatemi sapere se la recensione vi è piaciuta e se leggerete il libro in futuro, sono molto curiosa di saperlo!

See you soon, crazy bookworms!


Violet

4 commenti:

  1. E poi arrivo alla fine della recensione e urlo "Aaaaah c'è Olaf! C'è Olaf! Ha messo una citazione di Olaf!" *Me felice*
    Comunque io ho trovato Fangirl sì carino, ma non è riuscito a conquistarmi tanto quanto ha fatto con te. Penso che sia perchè ho dei problemi con lo stile della Rowell. Wren l'ho abbastanza odiata, Cath andava a momenti. Come hai detto tu a volte mi rispecchiavo completamente nel personaggio di Cath, altre mi sentivo distante da lei anni luce. E Levi, beh, lui è impossibile non amarlo! "Tutte noi dovremmo avere un Levi nella vita." Se mai arrivasse potrei non essere più in grado di respirare. Maledetti fictional characters.

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    1. I fictional characters saranno la nostra rovina, poco ma sicuro! Anche a me all'inizio a fine lettura mi aveva lasciata un po' così, però poi è come se ci fosse stata un'esplosione nella mia testa e ho capito quanto impatto avesse effettivamente avuto sul mio mondo questo libro! (una sorta di Epiphany alla James Joyce xD)Ahaha sapevo che avresti adorato la citazione di Olaf <3
      E Levi waaa *-* Speriamo di trovare presto un Levi nella realtà *-*
      Baci ;)

      -Violet

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  2. Anche io ho finito Fangirl da qualche settimana e...non riesco a smettere di pensare a Cath (...e a Levi). Spero tanto in un sequel, anche se non so quanto senso avrebbe, considerata la degna conclusione del romanzo <3 A me personalmente però i pezzi di Carry On infilati tra un capitolo e l'altro mi hanno un po' annoiata ahahah. Comunque ottima recensione!

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    Risposte
    1. Lo vorrei tanto anche io un seguito, però sì, probabilmente rovinerebbe la magia del libro! Ahaha per fortuna non sono l'unica che non riesce a togliersi dalla testa i personaggi cavolo! *-*
      Sono contenta ti sia piaciuta la recensione, grazie mille! <3

      -Violet

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